mercoledì 2 dicembre 2020

Uomini e campioni: Maradona e gli altri, il peso di essere grandi. A pochi giorni dalla morte di Diego Armando Maradona, una riflessione sulla fragilità di un idolo.

Diego Armando Maradona è mancato ormai da qualche giorno, eppure l'eco della sua morte continua a riecheggiare da quel mercoledì sera in cui il mondo ha scoperto di aver perso per sempre 'El Pibe de oro'. Innumerevoli sono i commenti e le riflessioni che si susseguono dopo la tragica e prematura dipartita di uno dei più grandi campioni del calcio mondiale, a tratti il più grande.

Cosa è stato Diego Armando Maradona per il mondo intero? Un simbolo, quello del riscatto di un'intera nazione, l'Argentina, di una città, Napoli, riportata all'apice del calcio internazionale grazie alle sue prodezze e che si è vista restituire l'orgoglio, l'appartenenza ad una maglia, ad un colore, ad una bandiera, da troppo tempo perduti.

Questo era il campione, generoso nelle sue giocate sopraffine, talentuoso da essere amato trasversalmente, non solo dai suoi tifosi, ma anche e soprattutto dai suoi avversari che ne hanno sempre riconosciuto e ribadito la grandezza. E poi c'era l'uomo, quello un po' guascone, latin lover, immerso nei suoi vizi, nei suoi contatti poco edificanti, in uno stile di vita dissoluto che strideva un po' con la parola 'campione'.

Ma cosa significa essere idoli? Cosa significa essere campioni? Qualcuno ha detto, in maniera molto superficiale ed opinabile: era solo un "tossicodipendente" e un "fedifrago". Sì, probabilmente nel suo privato è stato anche quello ed era il primo ad ammetterlo, ma le persone per quale motivo lo hanno amato?

Per le sue magie in campo o per la sua discutibile vita personale? La risposta vien da sé: se si usasse questo metro di giudizio per ogni idolo, musicale, sportivo o letterario che sia, si continuerebbe ad amarlo con la stessa intensità? Indubbiamente no. La domanda, però, è un'altra: tali personaggi vengono amati per ciò che sono fuori dal campo o da un palcoscenico o per ciò che regalano nell'esecuzione delle loro arti, nelle emozioni che sono in grado di trasmettere di fronte ad un gol da fuori area o ad una canzone magistralmente interpretata?

Diego Armando Maradona sarà sempre quello del gol in dribbling all'Inghilterra, come Freddie Mercury, per citare un altro grande, sarà sempre colui che ha scritto Bohemian Rhapsody e altri capolavori, non 'quello morto di Aids' una sera di novembre del 1991. 

Le sensazioni che un tifoso o un fan provano prescindono dalla caratura morale dell'individuo, ben vengano quando coincidono, ma in caso contrario il ruolo di chi li segue dall'esterno è vivere quell'emozione, assaporare quell'attimo di felicità che quel gesto o quel brano sono in grado di regalare, al di là delle abitudini personali dell'uomo che vi è dietro.

Dunque, non si può chiedere ad un fan di non commuoversi quando in tv riproporranno vecchi filmati dei gol di Maradona, chiunque lo ha fatto e lo continuerà a fare, non si può chiedere di non continuare a parlare di lui e di ciò che ha saputo donare, non si può continuare a dire che Diego Armando Maradona non fosse un esempio, non lo era forse per se stesso ed i suoi figli, ma lo era e lo è ancora per chi ha cominciato a sognare osservando le sue magie, per chi in un pallone ha visto la speranza e la possibilità di scappare da un destino ormai segnato. Qualcuno ha detto che finché ci sarà un bambino con un pallone tra i piedi su un marciapiede o un campetto di periferia, pronto a rotolare di gioia all'ennesimo gol realizzato al suo compagno di giochi, la vita continuerà.

sabato 16 giugno 2018

Consiglio congiunto Provincia-Comune di Lucca sul bullismo: la parola a studenti e insegnanti! Brillante intervento del giovane Massimiliano D’Arca del ‘Giorgi’

Massimiliano D'Arca, alunno del "Giorgi"

Si è parlato tanto in questi mesi del bullismo a Lucca e degli incresciosi avvenimenti dell’ITC Carrara e negli scorsi giorni il discorso è stato ripreso in occasione del consiglio congiunto di provincia e comune sul bullismo, tenutosi in sala Ademollo, a Palazzo Ducale, in un doveroso approfondimento che ha aperto interessanti scenari.

Di fronte a un pubblico gremito, esponenti politici e sindacali, insegnanti, giornalisti , studenti e dirigenti scolastici, la seduta si è aperta con la visione di un video realizzato dai ragazzi di classe 2A del ‘Giorgi’, dal titolo “Ora basta” presentato in occasione del recente concorso scolastico “Login-Connessioni Umane (Ti conosco-mi riconosco) portato avanti dal Polo Fermi-Giorgi, un vero e proprio inno alla solidarietà, alla lotta al bullismo e alla voglia di porvi fine con atteggiamenti di positività e collaborazione tra compagni o membri di un gruppo.

Video classe 2A in proiezione

Sono seguiti interessanti interventi di studiosi e criminologi sulla genesi del fenomeno e le tecniche di prevenzione, nonché la presentazione di un grafico con le statistiche recenti atte ad indicare la crescita preoccupante di episodi-limite nella sola provincia lucchese.

Tra i vari ospiti, hanno colpito in particolare le parole del preside dell’ITC Carrara, Cesare Lazzari, strettamente coinvolto nelle vicende che hanno portato Lucca, suo malgrado, agli onori della cronaca. Il dirigente ha parlato di colpe non attribuibili solamente agli studenti, ma anche ai principali canali educativi, scuola e famiglia, e della necessità di proporre modelli positivi ai nostri giovani, spesso attirati da esempi errati ed incentrati su furbizia e corruzione. Lazzari ha posto ancora l’accento sullo stato di anarchia culturale in cui molti giovani vivono, confondendo informazione con conoscenza ed immergendosi in una realtà virtuale che li disconnette pericolosamente dalla realtà di cui potrebbero e dovrebbero essere attori diretti.

L’aspetto sicuramente più rilevante del consiglio è stato quello di poter ascoltare il punto di vista dei ragazzi, parte in causa, nonché protagonisti principali del processo educativo. A tal proposito brillante è stato l’’intervento di Massimiliano D’Arca, allievo della classe quinta D dell’Istituto Professionale 'Giorgi', il quale, con estrema cognizione della problematica in oggetto, ha espresso il suo pensiero sull'importanza della prevenzione del fenomeno attraverso esperienze di condivisione che stimolino l'empatia tra pari e siano alla base di un rapporto positivo. Una bella prova superata per il giovane allievo, prima dei prossimi esami di maturità che lo attendono.

Il futuro non è poi così ‘grigio’ se possiamo contare su ragazzi del genere, ai docenti ed ai genitori il compito di aiutarli a ridipingerlo; tuttavia, affinché il loro cielo sia sempre più azzurro, non basterà dotarli di una tavolozza, ma insegnar loro a scegliere i colori.

Beniamina Callipari

domenica 10 giugno 2018

Login-Connessioni Umane (Ti conosco-mi riconosco): giornata di gratificazione per gli allievi del Polo Fermi-Giorgi

Concorso Login - Beniamina Callipari, Marina Pisani, Ilaria Vietina

I recenti atti di bullismo che hanno portato alla ribalta delle cronache nazionali la città di Lucca ed il sistema scolastico tutto hanno fatto sentire la necessità ad un gruppo di insegnanti del Polo Fermi-Giorgi di creare un’occasione di riflessione da parte dei ragazzi.
È nato così, qualche mese fa il progetto “Login-Connessioni umane” (ti conosco-mi riconosco) portato avanti dai docenti Elena Giannotti, Beniamina Callipari, Simona Russo, Edualdo Gini, Giovanna Lazzurri e Paola Noviello, allo scopo ben preciso di mettere al centro gli individui e la loro capacità di relazionarsi in maniera positiva  e collaborativa con gli altri, di comunicare le proprie emozioni, divergendo dagli atteggiamenti aggressivi  e d’indifferenza che la società odierna quotidianamente ci ripropone, in una spirale di solitudine che inevitabilmente ne scaturisce e conduce molto spesso a gesti sconsiderati.

Il progetto, presentato a ottobre, era partito con l’idea di valorizzare i talenti del Polo; più avanti, alla luce degli eventi accaduti all’ITC Carrara, si è tramutato in un concorso “portatore” di un messaggio positivo in risposta ai messaggi negativi passati in diretta Tv e in rete. I ragazzi, dal momento di pubblicazione del bando hanno avuto due settimane di tempo per creare elaborati (brani, video, foto, disegni, canzoni) in linea col tema richiesto.
Gli allievi hanno aderito con grande entusiasmo all’iniziativa, proponendo lavori originali, creativi e pertinenti all’argomento suggerito. Dopo un’accurata selezione da parte della giuria, presieduta dalla prof.ssa Marina Pisani, referente Bes del Polo Fermi-Giorgi, sono stati decretati i vincitori per ogni categoria. In virtù della mole di elaborati pervenuti, soprattutto nella sezione artistico - espressiva, è stata decisa un’ulteriore suddivisione di categorie: sezione foto/disegni e sezione video.

Nella splendida cornice dell’auditorium di San Micheletto si è svolta la cerimonia di premiazione, alla presenza di Ilaria Vietina, assessore del comune di Lucca con delega a politiche formative, di genere e continuità della memoria storica, Rossana Sebastiani, dirigente del servizio politiche giovanili, sociali e sportive, politiche di genere della provincia di Lucca, Giulia Cordella, coordinatrice Scolare della Piana di Lucca, Andrea Bonturi, presidente del consiglio d’Istituto ‘Fermi – Giorgi’, Massimo Fontanelli, dirigente scolastico del Polo.

Dopo una breve presentazione del progetto al pubblico in sala, studenti, docenti, giornalisti e genitori, l’attenzione si è spostata sui ragazzi, i veri protagonisti di questo concorso: tanti i partecipanti dai vari indirizzi di studio del Polo, ognuno col proprio bagaglio di emozioni trasmesso in ogni singolo elaborato, testi letterari, canzoni, brani strumentali, video, foto e disegni nati dalla creatività dei concorrenti che con grande sentimento di condivisione hanno esternato il loro mondo interiore ed esplicato il loro personale senso della vita.

Per la sezione letteraria ha ottenuto il primo premio Matteo Luciano, giovane studente al quarto anno di studi col suo saggio: ‘Queste 30 righe, Luca, sono per te’. La giuria ha così motivato la scelta: Emerge un grande sentimento di condivisione e vicinanza nei confronti di una persona cara: sentire il dolore altrui come se fosse il proprio rappresenta la più alta forma di empatia. Al secondo posto Il testo ‘Spegni il telefono e accendi la testa’ di un anonimo studente di classe seconda che la giuria ha così definito: Molto attuale e d’impatto. Linguaggio moderno e diretto. Riflessione profonda e importante sulla mancanza di connessioni emotive nella nostra società. Al terzo posto si è classificato Manuel Mattutini, alunno di classe quinta, che ha ricevuto questo giudizio: Testo di grande livello letterario, emerge una ricchezza di metafore in una riflessione profonda e di grande attualità.

Per la sezione video si è classificato al primo posto l’elaborato ‘L’amicizia è negli occhi di chi sa guardare’ degli allievi Simone Maffei, Nisal Deneth Sashika Warnakula Patabedege, Alessio Giasolli, di classe quinta, così motivato: Abbiamo occhi per guardare e cervello per giudicare e poi c’è il cuore che fa sempre la scelta giusta e ci aiuta ad andare oltre il visibile. Gran bel messaggio! In seconda posizione il video ‘Per connettersi basta un sorriso” degli alunni di classe seconda Edoardo Marchi, Kostandin Golemi, Marco Moriconi, Giacomo Santini,  Manuel Giuliano, con la seguente motivazione: Il telefonino ci collega al mondo intero, ma ci disconnette dall’umanità. A volte, però, basta il sorriso ed il cenno di un amico e ci ricolleghiamo subito alla vita reale. Grazie per avercelo ricordato! In terza posizione ‘Ora basta’ degli alunni di un’altra classe seconda: Mirko Guazzelli, Alessandro Ciuffi, Raffaele Colella, Cristian Tambellini, Mattia Bonetti, Iacob Ionut, Niccolò Pucci, Gabriele Riccardi, Emanuele Liotta, Marco Giacomelli che hanno ricevuto il seguente giudizio: Bel messaggio di condivisione, vicinanza e ribellione alle brutture e all’aggressività che la società odierna ci impone. Insieme, però, è possibile dire: Ora basta!

Per la sezione foto-disegni, primo premio ad Alessia Capitanu, studentessa di classe terza, con la foto ‘Amicizia’ e la seguente motivazione: Immagine e didascalia molto intense. L’amicizia è più forte di tutto, anche delle barriere che il mondo, spesso, ci impone. Non dobbiamo avere paura di superarle insieme. Seconda posizione per ‘Oltre la copertina” di Massimiliano D’Arca, di classe quinta che la giuria ha così definito:Immagine emblematica della tendenza, troppo spesso diffusa, di giudicare dalle apparenze, ma spesso, oltre la copertina c’è tutto un mondo da scoprire’. Terza posizione per Iris Martini e Giulia Giannasi col loro disegno ‘Macchiati di colore’, così motivato: Immagine significativa che rispecchia la nostra società, spesso priva dei colori delle emozioni e della vicinanza. Il messaggio è chiaro, non abbiate paura dell’arcobaleno, uscite dal vostro grigiore.

Per la sezione musicale il primo premio è andato ad Alessio Giorgi, alunno di classe terza con la sua “Specchio Riflesso”, cantata e suonata dal vivo che la giuria ha così definito: Riflettersi nell’altro, rispecchiarsi nelle sue paure, farle proprie e insieme provare a superarle. È questa la chiave di ogni connessione umana. Complimenti! Grande aderenza al messaggio richiesto. Seconda posizione per ‘Blowin in the wind’, cover di Bob Dylan, reinterpretata dai gemelli Kevin e Gabriel Froli, di classe seconda, così motivata dalla giuria: Le risposte sono nel vento, diceva Bob Dylan, autore di questo splendido brano, ma sono anche nei vostri occhi e nella vostra passione. Emerge una grande abilità canora e strumentale. Terzo posto a Leonardo Rossi, alunno di classe prima, con il suo brano strumentale al pianoforte ‘Reworking love’, con la seguente motivazione: Brano strumentale di grande intensità, nonché eccezionale abilità tecnica. L’amore è sempre il motore che muove il mondo.

Molto intensi e meritevoli anche gli altri lavori presentati, tra gli altri “Rapporti umani prima e dopo” di alcuni alunni di classe quinta, ‘Incroci’ di un altro gruppo di alunni all’ultimo anno di studi, nonché tutti gli altri elaborati in concorso. L’obiettivo prefissato da ‘Login’ è stato pienamente raggiunto dai giovani allievi del Polo Fermi-Giorgi: accedere all’altro e regalare un po’ del proprio mondo a chi ci è accanto; i ragazzi di oggi hanno tanto da dire, a volte c’è solo bisogno di qualcuno che glielo ricordi, qualcuno che riaccenda il fuoco che hanno dentro e dia motore alle loro emozioni.

Beniamina Callipari

venerdì 13 aprile 2018

A un passo da un sogno: sensazioni post-traumatiche di un tifoso e “sognatore” medio…




I sogni son desideri racchiusi in fondo al cuorcantava Cenerentola nella più bella delle fiabe in cui chiunque di noi si è immedesimato da piccolo o anche da un po’ più grande, ma finché abbiamo una fata madrina che con un tocco di bacchetta magica rende tutto possibile in un attimo, la strada è senz’altro in discesa, ma nella realtà dei fatti non c’è topo che diventi cavallo o zucca che diventi carrozza, a meno che non spendiamo fino all’ultima goccia di sudore che abbiamo in corpo per raggiungere un obiettivo tanto agognato…

Dunque la vita è tutt’altro che una fiaba o a volte può diventarlo e quale ambito migliore dello sport può essere depositario di sogni e segrete speranze “racchiusi in fondo al cuor”? Ne sanno qualcosa i tifosi in genere e in particolare quelli di Roma e Juventus che negli ultimi giorni hanno vissuto notti di passione e di speranze, nel primo caso esaudite, nel secondo disattese per quella che potremmo definire una “fatalità”, sebbene decretata dal libero arbitrio di un direttore di gara.

Entrambe perdenti all’andata dei quarti di finale di Champions league con tre gol di scarto, rispettivamente contro i mostri sacri del Barcellona e del Real Madrid, con buona pace dei loro stessi supporters, increduli e poco fiduciosi di un eventuale recupero, nelle partite di ritorno sono andate oltre le loro stesse aspettative, oltre quella linea di confine tra l’imponderabile e l’inimmaginabile, in nome di un sogno che quando è grande ha la forza di un motore turbodiesel 6 cilindri, come un apecar contro una Ferrari che non ha apparentemente scampo, ma alla fine la spunta…

E così la Roma ha steso il Barcellona con tre gol, assicurandosi una semifinale che mancava da più 30 anni e la Juventus ha sfiorato l’impresa al Santiago Bernabeu, dove nessuno mai aveva segnato tre reti, in una magia che minuto per minuto stava per compiersi, per lo meno con la possibilità di poter disputare dei tempi supplementari ampiamente guadagnati sul campo, fino a quel maledetto minuto 98' dove l’incantesimo si è rotto e quel rigore non nettissimo assegnato al Real da tale Michael Oliver è stato come la “mezzanotte” di Cenerentola, un ritorno alla realtà, abiti sfarzosi ridiventati stracci, cavalli ritornati topi, la carrozza di nuovo zucca…

E non c’è lieto fine che tenga perché quando Oliver ha espulso Gigi Buffon, 20 anni di gloriosa carriera, mai un’espulsione per proteste, nella sua ultima probabile partita in Champions, a chi era sugli spalti e a chi seguiva da casa, è sembrato come se “l’orco cattivo” avesse “ucciso” l’eroe buono…l’entrata di Szczesny al posto dell’espulso numero 1 ed il rigore realizzato da Ronaldo hanno rappresentato il triste epilogo di una favola calcistica soltanto accarezzata, con una rete che ha spezzato inesorabilmente i sogni dei bianconeri…

Coloro che oggi criticano lo sfogo finale a caldo di Gianluigi Buffon ai microfoni di varie testate tv, figlio di un momento negativo, frutto dell'emotività, alcuni tifosi, juventini compresi, forse non hanno mai visto sfumare un sogno o semplicemente un obiettivo in cui credevano molto, o forse ne hanno visti così tanti da essersene dimenticati…

Le parole del portierone juventino sono quelle di chi ad un secondo dal traguardo, dopo aver macinato chilometri e sudore, dopo averci messo il cuore, la testa, le speranze, si è visto fare lo sgambetto e superare al fotofinish;  la rabbia di Gigi è quella di chi stava abbracciando un sogno e se lo è visto scivolare tra le mani nel modo più subdolo che potesse esserci…sfido chiunque a non aver mai provato una sensazione simile, a non essersi sentito mai ferito e dilaniato nel proprio orgoglio per un esame non superato, un colloquio lavorativo andato male, una storia d’amore finita…

Sono tante e diverse le sfumature dei sogni perduti, ma tutte hanno lo stesso sapore, quel gusto amaro di chi era ad un passo e non ce l’ha fatta per un nonnulla, quella sensazione dolorosa di aver dato tutto e aver raccolto niente, un vuoto che attanaglia l’anima e lascia delle cicatrici indelebili…perché al prossimo sogno da realizzare, se anche lo conducessimo a termine, ci porteremmo addosso per sempre quel senso di fragilità e inadeguatezza, compagno fedele delle nostre notti insonni che a volte può essere un peso, ma altre anche un vantaggio, perché in un mondo di automi e replicanti ci restituisce quelle imprescindibili dimensioni di umanità e autenticità dalle quali mai dovremmo allontanarci…

Beniamina Callipari

sabato 7 aprile 2018

“A ciascuno il suo nido”: i ragazzi dell’Istituto Professionale Giorgi di Lucca espongono a Verdemura il loro progetto laboratoriale




È iniziata “Verdemura” a Lucca, la grande mostra-mercato del giardinaggio e del vivere all’aria aperta che coinvolge ogni anno espositori e visitatori da tutta Italia. A partecipare a questa iniziativa, anche stavolta, vi sono un folto gruppo di ragazzi dell’Istituto Professionale “Giorgi” di Lucca afferente al Polo Scientifico Fermi-Giorgi che ieri mattina, accompagnati dai docenti Callipari, Impresario, Giannotti, Tovani e Pisani, si sono recati presso lo stand a loro assegnato per allestire la loro personale mostra, frutto del laboratorio pomeridiano portato avanti nel corso dell’anno scolastico, denominato “A ciascuno il suo nido”.

Il progetto, curato in particolare dai docenti Diletta Impresario, Marina Pisani, Riccardo Tovani, ha riguardato la costruzione da parte degli allievi di casette in legno per gli uccellini, decorate, sotto la supervisione degli insegnanti, secondo il gusto e la fantasia dei ragazzi. Farfalle, fiori, bottoni hanno arricchito le casine, dando origine a dei veri e propri capolavori, in un alternativo percorso didattico, nonché di divertimento che ha reso gli studenti partecipanti fieri delle loro creazioni e contenti del lavoro svolto.


E dopo il laboratorio a scuola, ieri a Verdemura si è concretizzata l’opportunità di dimostrare le conoscenze acquisite nonché di insegnare, con grande entusiasmo, ad una classe di alunni della scuola elementare “Pascoli” di Lucca, venuta appositamente, tutte le tecniche per decorare le facciate della casette, con rinnovata gioia da parte dei bimbi che hanno dato sfogo a tutta la loro creatività, lasciando lo stand con il sorriso sulle labbra per la bella esperienza vissuta.

Grande riscontro anche da parte dei visitatori, molti stranieri, che hanno apprezzato l’iniziativa, complimentandosi con insegnanti e docenti e, particolarmente gradita, anche la visita del sindaco Tambellini che si è fermato ad ammirare, con gran compiacimento, il lavoro svolto dai ragazzi. Ancora una volta, dunque, una gran bella occasione di crescita per ragazzi e ragazze dell’istituto professionale Giorgi, nel segno dell’impegno e della dedizione verso il lavoro svolto, con grande soddisfazione dei docenti tutti, felici più che mai nel raccogliere i frutti di quanto seminato e soprattutto nel leggere l’entusiasmo nei volti dei giovani allievi, il premio più bello per ogni insegnante!

Beniamina Callipari

mercoledì 10 maggio 2017

Un sogno chiamato "Cardiff"...



Cardiff: quante volte abbiamo pronunciato questa parola da settembre in poi, quasi con timore, con rinnovata soggezione, quella di chi tante, troppe volte, il sogno-Champions lo ha soltanto accarezzato, di chi insegue quella coppa desiderata e similmente maledetta da infinito tempo, con quella sensazione di "pugno nello stomaco" che da Manchester a Berlino si è tristemente rinnovata...

Ma dopo la vittoria col Barcellona, dopo il passaggio ai quarti e poi in semifinale, dopo prestazioni via via più convincenti, al limite della perfezione, questa squadra dà realmente la sensazione di non essere seconda a nessuno, ma di potersela giocare ad armi pari contro qualunque avversario...

La Juventus ha vinto le sue paure e ora deve vincere quel sentimento d'incompletezza che da troppi anni la attanaglia al solo suono della parola "Champions", perché la Juve può farcela e lo sa, e a Cardiff andrà con la consapevolezza dei propri mezzi, non con supponenza e scarsa umiltà, attenzione, ma con la certezza che saranno gli altri ad avere paura di incontrare in finale una squadra di simile caratura, negli anni cresciuta per carattere e solidità tattica...

Questa Juve è probabilmente, anzi sicuramente nata a Berlino due anni fa, perché da quella sconfitta è emerso un senso di rivalsa incredibile, una voglia di riprenderci ciò che era nostro di diritto, passando dall'eliminazione col Bayern dello scorso anno, fino ad arrivare ad oggi. E chi se n'è andato per cercare le vittorie in altri lidi, in apparenza più blasonati, ora probabilmente si starà divorando le mani, con la certezza di non averci creduto fino in fondo e di aver compiuto la più grande delle stupidaggini mai compiute...

Al pari di Dybala ed Higuain, coi loro goal decisivi, al pari di Buffon e delle sue parate salvifiche, il simbolo di questa Juventus che non molla l'obiettivo fino alla fine è proprio Massimiliano Allegri che, ieri sera, a cinque minuti dalla conclusione del match, non si è nemmeno lasciato coinvolgere dai festeggiamenti già in corso, ma ha continuato ad incitare a gran voce i suoi nel non perdere le posizioni in campo e rimanere compatti fino al 90esimo e oltre...

E' ancora presto per le dediche e i ringraziamenti perché, come detto anche da Buffon, "non abbiamo ancora fatto nulla", ma credo sia doveroso dire che questa finale sia soprattutto merito di Max Allegri, che alle parole ha sempre anteposto i fatti, alle polemiche il lavoro, non come tanti cialtroni che circolano per la serie A, perché per dirla come lui: le parole le porta via il vento, le biciclette i livornesi...

E tu caro livornese, portaci una sola cosa: ha delle grandi orecchie ed è color argento...in questo pazzo mondo dove c'è poco da sognare, regalaci un sogno, donaci un'emozione, senza tempo e confini, e tu con noi e noi con te, entreremo nella storia!!!

domenica 11 dicembre 2016

Daniele da Ponte a Moriano, il nuovo bomber della Juve


Metti l’assenza di fior di giocatori, metti la necessità di far fronte ad un’emergenza senza fine in un periodo delicatissimo tra impegni di ogni sorta e molto vicini l’uno all’altro, ed ecco che lì dalla panchina arriva il giocatore di cui hai bisogno, difensore per mestiere, ma attaccante all’occorrenza, capace di dar man forte ad una squadra già forte, ma arricchendola grazie a qualità innegabili in suo possesso, non solo tecniche, ma anche umane.

Daniele Rugani, prima di essere un gran giocatore, elegante, corretto e anche con uno spiccato senso del gol, molto spesso di testa, è soprattutto un bravo ragazzo. A Ponte a Moriano, piccola realtà alle porte di Lucca, lo conoscono tutti e se provi a nominarglielo brillano loro gli occhi. Daniele è il loro orgoglio, un giovane che con sacrificio e dedizione ce l’ha fatta nei mattini a scuola e i pomeriggi fatti di sport, a partire dall’età di sei anni quando il calcio era già la sua vita.

Una lunga trafila nelle giovanili dell’Empoli e poi la Juventus, il sogno di chiunque ami il calcio, prima l’acquisto della metà del cartellino nel 2013, e poi altre due stagioni a farsi le ossa nella provincia toscana prima di approdare definitivamente alla corte della Vecchia Signora.

Dal 2015 Daniele è un giocatore bianconero a tutti gli effetti, utilizzato col contagocce, considerata la concorrenza di campioni del calibro di Bonucci, Barzagli e Chiellini, Allegri comincia a impiegarlo, appena le circostanze lo richiedono, ed il ragazzo, aspettando in silenzio e senza polemiche il suo turno, si fa trovare sempre pronto, palesando tutte quelle qualità per cui la Juve ha deciso di puntare su di lui: interventi puliti e puntuali, forza fisica e capacità di avanzare palla al piede, oltre ad un gran colpo di testa.

E anche quest’anno, in una Juventus falcidiata dagli infortuni, è arrivato il momento di Rugani, dimostratosi più che mai concreto, più che mai utile alla causa bianconera, e con la classe e l’efficacia che continuano a contraddistinguerlo, dopo il gol realizzato in campionato con l’Atalanta è giunto anche il primo gol in Champions con la Dinamo Zagabria, a chiudere una partita fondamentale ed a suggellare il passaggio del turno dei bianconeri come primi in classifica nel loro girone.

Un momento speciale e unico per Daniele che conserverà sempre nello scrigno dei ricordi più preziosi. E per festeggiare questo importante traguardo, sono arrivati a Torino anche i suoi più cari amici, perno fondamentale della sua vita insieme alla sua famiglia e alla sua amata Michela.

Appena può anche Daniele scappa a casa, a riabbracciare tutti, per non perdere il contatto con la realtà, per non dimenticarsi da dove è venuto, perché anche se oggi è un giocatore della Juventus e della nazionale italiana, è e rimarrà sempre Daniele da Ponte a Moriano, e chi è passato dalla Juve lo sa che qui prima che campioni sul campo, bisogna esserlo nella vita e l’umiltà è una dote fondamentale per vincere il campionato più importante, quello dell’umanità.

Forza Daniele, continua così! E siccome l’appetito vien mangiando, un bel gol nel derby della Mole oggi ci starebbe tutto!!!