mercoledì 10 maggio 2017

Un sogno chiamato "Cardiff"...



Cardiff: quante volte abbiamo pronunciato questa parola da settembre in poi, quasi con timore, con rinnovata soggezione, quella di chi tante, troppe volte, il sogno-Champions lo ha soltanto accarezzato, di chi insegue quella coppa desiderata e similmente maledetta da infinito tempo, con quella sensazione di "pugno nello stomaco" che da Manchester a Berlino si è tristemente rinnovata...

Ma dopo la vittoria col Barcellona, dopo il passaggio ai quarti e poi in semifinale, dopo prestazioni via via più convincenti, al limite della perfezione, questa squadra dà realmente la sensazione di non essere seconda a nessuno, ma di potersela giocare ad armi pari contro qualunque avversario...

La Juventus ha vinto le sue paure e ora deve vincere quel sentimento d'incompletezza che da troppi anni la attanaglia al solo suono della parola "Champions", perché la Juve può farcela e lo sa, e a Cardiff andrà con la consapevolezza dei propri mezzi, non con supponenza e scarsa umiltà, attenzione, ma con la certezza che saranno gli altri ad avere paura di incontrare in finale una squadra di simile caratura, negli anni cresciuta per carattere e solidità tattica...

Questa Juve è probabilmente, anzi sicuramente nata a Berlino due anni fa, perché da quella sconfitta è emerso un senso di rivalsa incredibile, una voglia di riprenderci ciò che era nostro di diritto, passando dall'eliminazione col Bayern dello scorso anno, fino ad arrivare ad oggi. E chi se n'è andato per cercare le vittorie in altri lidi, in apparenza più blasonati, ora probabilmente si starà divorando le mani, con la certezza di non averci creduto fino in fondo e di aver compiuto la più grande delle stupidaggini mai compiute...

Al pari di Dybala ed Higuain, coi loro goal decisivi, al pari di Buffon e delle sue parate salvifiche, il simbolo di questa Juventus che non molla l'obiettivo fino alla fine è proprio Massimiliano Allegri che, ieri sera, a cinque minuti dalla conclusione del match, non si è nemmeno lasciato coinvolgere dai festeggiamenti già in corso, ma ha continuato ad incitare a gran voce i suoi nel non perdere le posizioni in campo e rimanere compatti fino al 90esimo e oltre...

E' ancora presto per le dediche e i ringraziamenti perché, come detto anche da Buffon, "non abbiamo ancora fatto nulla", ma credo sia doveroso dire che questa finale sia soprattutto merito di Max Allegri, che alle parole ha sempre anteposto i fatti, alle polemiche il lavoro, non come tanti cialtroni che circolano per la serie A, perché per dirla come lui: le parole le porta via il vento, le biciclette i livornesi...

E tu caro livornese, portaci una sola cosa: ha delle grandi orecchie ed è color argento...in questo pazzo mondo dove c'è poco da sognare, regalaci un sogno, donaci un'emozione, senza tempo e confini, e tu con noi e noi con te, entreremo nella storia!!!

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