venerdì 13 aprile 2018

A un passo da un sogno: sensazioni post-traumatiche di un tifoso e “sognatore” medio…




I sogni son desideri racchiusi in fondo al cuorcantava Cenerentola nella più bella delle fiabe in cui chiunque di noi si è immedesimato da piccolo o anche da un po’ più grande, ma finché abbiamo una fata madrina che con un tocco di bacchetta magica rende tutto possibile in un attimo, la strada è senz’altro in discesa, ma nella realtà dei fatti non c’è topo che diventi cavallo o zucca che diventi carrozza, a meno che non spendiamo fino all’ultima goccia di sudore che abbiamo in corpo per raggiungere un obiettivo tanto agognato…

Dunque la vita è tutt’altro che una fiaba o a volte può diventarlo e quale ambito migliore dello sport può essere depositario di sogni e segrete speranze “racchiusi in fondo al cuor”? Ne sanno qualcosa i tifosi in genere e in particolare quelli di Roma e Juventus che negli ultimi giorni hanno vissuto notti di passione e di speranze, nel primo caso esaudite, nel secondo disattese per quella che potremmo definire una “fatalità”, sebbene decretata dal libero arbitrio di un direttore di gara.

Entrambe perdenti all’andata dei quarti di finale di Champions league con tre gol di scarto, rispettivamente contro i mostri sacri del Barcellona e del Real Madrid, con buona pace dei loro stessi supporters, increduli e poco fiduciosi di un eventuale recupero, nelle partite di ritorno sono andate oltre le loro stesse aspettative, oltre quella linea di confine tra l’imponderabile e l’inimmaginabile, in nome di un sogno che quando è grande ha la forza di un motore turbodiesel 6 cilindri, come un apecar contro una Ferrari che non ha apparentemente scampo, ma alla fine la spunta…

E così la Roma ha steso il Barcellona con tre gol, assicurandosi una semifinale che mancava da più 30 anni e la Juventus ha sfiorato l’impresa al Santiago Bernabeu, dove nessuno mai aveva segnato tre reti, in una magia che minuto per minuto stava per compiersi, per lo meno con la possibilità di poter disputare dei tempi supplementari ampiamente guadagnati sul campo, fino a quel maledetto minuto 98' dove l’incantesimo si è rotto e quel rigore non nettissimo assegnato al Real da tale Michael Oliver è stato come la “mezzanotte” di Cenerentola, un ritorno alla realtà, abiti sfarzosi ridiventati stracci, cavalli ritornati topi, la carrozza di nuovo zucca…

E non c’è lieto fine che tenga perché quando Oliver ha espulso Gigi Buffon, 20 anni di gloriosa carriera, mai un’espulsione per proteste, nella sua ultima probabile partita in Champions, a chi era sugli spalti e a chi seguiva da casa, è sembrato come se “l’orco cattivo” avesse “ucciso” l’eroe buono…l’entrata di Szczesny al posto dell’espulso numero 1 ed il rigore realizzato da Ronaldo hanno rappresentato il triste epilogo di una favola calcistica soltanto accarezzata, con una rete che ha spezzato inesorabilmente i sogni dei bianconeri…

Coloro che oggi criticano lo sfogo finale a caldo di Gianluigi Buffon ai microfoni di varie testate tv, figlio di un momento negativo, frutto dell'emotività, alcuni tifosi, juventini compresi, forse non hanno mai visto sfumare un sogno o semplicemente un obiettivo in cui credevano molto, o forse ne hanno visti così tanti da essersene dimenticati…

Le parole del portierone juventino sono quelle di chi ad un secondo dal traguardo, dopo aver macinato chilometri e sudore, dopo averci messo il cuore, la testa, le speranze, si è visto fare lo sgambetto e superare al fotofinish;  la rabbia di Gigi è quella di chi stava abbracciando un sogno e se lo è visto scivolare tra le mani nel modo più subdolo che potesse esserci…sfido chiunque a non aver mai provato una sensazione simile, a non essersi sentito mai ferito e dilaniato nel proprio orgoglio per un esame non superato, un colloquio lavorativo andato male, una storia d’amore finita…

Sono tante e diverse le sfumature dei sogni perduti, ma tutte hanno lo stesso sapore, quel gusto amaro di chi era ad un passo e non ce l’ha fatta per un nonnulla, quella sensazione dolorosa di aver dato tutto e aver raccolto niente, un vuoto che attanaglia l’anima e lascia delle cicatrici indelebili…perché al prossimo sogno da realizzare, se anche lo conducessimo a termine, ci porteremmo addosso per sempre quel senso di fragilità e inadeguatezza, compagno fedele delle nostre notti insonni che a volte può essere un peso, ma altre anche un vantaggio, perché in un mondo di automi e replicanti ci restituisce quelle imprescindibili dimensioni di umanità e autenticità dalle quali mai dovremmo allontanarci…

Beniamina Callipari

sabato 7 aprile 2018

“A ciascuno il suo nido”: i ragazzi dell’Istituto Professionale Giorgi di Lucca espongono a Verdemura il loro progetto laboratoriale




È iniziata “Verdemura” a Lucca, la grande mostra-mercato del giardinaggio e del vivere all’aria aperta che coinvolge ogni anno espositori e visitatori da tutta Italia. A partecipare a questa iniziativa, anche stavolta, vi sono un folto gruppo di ragazzi dell’Istituto Professionale “Giorgi” di Lucca afferente al Polo Scientifico Fermi-Giorgi che ieri mattina, accompagnati dai docenti Callipari, Impresario, Giannotti, Tovani e Pisani, si sono recati presso lo stand a loro assegnato per allestire la loro personale mostra, frutto del laboratorio pomeridiano portato avanti nel corso dell’anno scolastico, denominato “A ciascuno il suo nido”.

Il progetto, curato in particolare dai docenti Diletta Impresario, Marina Pisani, Riccardo Tovani, ha riguardato la costruzione da parte degli allievi di casette in legno per gli uccellini, decorate, sotto la supervisione degli insegnanti, secondo il gusto e la fantasia dei ragazzi. Farfalle, fiori, bottoni hanno arricchito le casine, dando origine a dei veri e propri capolavori, in un alternativo percorso didattico, nonché di divertimento che ha reso gli studenti partecipanti fieri delle loro creazioni e contenti del lavoro svolto.


E dopo il laboratorio a scuola, ieri a Verdemura si è concretizzata l’opportunità di dimostrare le conoscenze acquisite nonché di insegnare, con grande entusiasmo, ad una classe di alunni della scuola elementare “Pascoli” di Lucca, venuta appositamente, tutte le tecniche per decorare le facciate della casette, con rinnovata gioia da parte dei bimbi che hanno dato sfogo a tutta la loro creatività, lasciando lo stand con il sorriso sulle labbra per la bella esperienza vissuta.

Grande riscontro anche da parte dei visitatori, molti stranieri, che hanno apprezzato l’iniziativa, complimentandosi con insegnanti e docenti e, particolarmente gradita, anche la visita del sindaco Tambellini che si è fermato ad ammirare, con gran compiacimento, il lavoro svolto dai ragazzi. Ancora una volta, dunque, una gran bella occasione di crescita per ragazzi e ragazze dell’istituto professionale Giorgi, nel segno dell’impegno e della dedizione verso il lavoro svolto, con grande soddisfazione dei docenti tutti, felici più che mai nel raccogliere i frutti di quanto seminato e soprattutto nel leggere l’entusiasmo nei volti dei giovani allievi, il premio più bello per ogni insegnante!

Beniamina Callipari